Dovrebbe essere chiaro a tutti oramai che fare SEO - Search Engine Optimization - non è fare SMO - Social Media Optimization. Le due cose sono per lungo tempo andate a braccetto, spesso venendo confuse le une con le altre, perchè in fin dei conti si tratta sempre di convertire traffico.
Del resto la SEO è veramente una attività statica: una volta che la pagina è stata ottimizzata, nella stragrande maggioranza dei casi non vi è più nulla che si possa fare per migliorarne il posizionamento se non operare su fattori esterni come i Social Media per l’appunto, che permettono di instaurare una relazione … un flusso … tra il vostro sito e i visitatori.
Così, senza nemmeno rendersene conto, il solo creare una pagina di Facebook o un account Twitter permette al web marketer di creare un marketing mix migliore supportando a 360° la propria strategia e con essa migliori possibilità per il brand trattato di aumentare le vostre possibilità di vendita.
E’ per questo che da tempo io ho smesso di parlare di SEO come figura professionale, utilizzando al suo posto la parola SEM e ancora meglio sarebbe parlare contemporaneamente di SEM / SMO, questo per dare al nostro interlocutore un’idea chiara della nostra sfera di competenza.
Ma tutto questo per arrivare dove? Oggi vi volevo parlare un pò di Social Media, in particolare di Twitter che ogni giorno che passa incalza sempre di più con i suoi micro messaggini e che quindi è un’ottima fonte di web marketing, dove si può iniziare un dialogo che si può trasformare velocemente in un passaparola.
Non voglio però fare il solito post, quello dove si dice che Twitter è bello e buono per cercar clienti, o per essere informati su quello che gli altri dicono. Questo lo si è letto e riletto nel corso di decine di [post][102] nei mesi scorsi.
Voglio parlare degli innumerevoli siti web, che basandosi sulle API di Twitter, hanno rilasciato in rete nuovi servizi, segno inequivocabile che la celebre micro piattaforma sta occupando un ruolo predominante nella reste di cui anche lo stesso Google ha compreso l’importanza.
Da dove Twitti?
Per chi ha un iPhone o un altro device evoluto sul quale ha installato un client per Twittare anche quando non ha sotto mano il proprio computer, esistono diversi tool (quello che preferisco è Tweetie) che permettono di conoscere anche chi sta twittando nei paraggi. Questa caratteristica è stata possible da quando Twitter ha implementato il servizio di geo localizzazione; tuttavia, nonostante a dicembre scorso qualcosa si è mosso con l’acquisto di Labs Mixer per una possibile integrazione di questo servizio, nell’attesa che un supporto ufficiale venga reso disponibile per ottenere questo genere di informazioni, dobbiamo accontentarci di qualcosa di meno preciso attraverso un Twitterholic.com, il quale si rivela comodo per avere una idea di quanto un utente sia attivo.
Per cercare persone che twittano da un determinato posto è necessario che nelle vostre impostazioni il luogo sia stato specificato, e molti questo non lo fanno, quindi utilizzareTwitterholic.com con un URL come questo: http://twitterholic.com/top100/followers/bylocation/Roma/, cambiando magari il nome della città con quello più pertinente a voi (Non vi è nulla di strano e magico nell’URL; è lo stesso che potreste recuperare voi mentre analizzate i vostri followers).
Quanto e con chi interagisco?
Un aspetto importante della nostra vita sociale è quello di capire con chi si sta interagendo. Informazioni che può avere senso conoscere per farci un’idea delle relazioni (più attive) strette nel tempo e come il nostro tempo sul canale viene ripartito. Abbastanza completo in questo senso è TwitterStats oppure Xefer (per il quale non stravedo)
.
Un altro servizio che trovo particolarmente d‘“effetto” è TweetEffect il quale permette di sapere gli ultimi andamenti in termini di fedeltà ricevuta (o levata) dai vari followers. Senza sbottonarsi tanti, dando nomi e cognomi (o meglio account) si può avere un profilo dell’indice di gradimento dei nostri cinguettii.
Pareri degli utenti, si sempre!
Un’importante sistema di comunicazione è sempre stato il sondaggio. Esisteva quando ancora non c’era il computer, con carta e penna, per passare al telefono fino a giungere a quello elettronico con StrawPoll (che non funziona) TwtPoll.
Voi domandate, gli altri rispondono. Voi domandate, gli altri interagiscono con voi e immediatamente il vostro sondaggio diventa un vero sistema di comunicazione a 360°.
Non proprio un sondaggio, ma una via di mezzo tra statistiche e pareri degli utenti, troviamo Trendistic che ci mostra sotto grafico settimanale e sulla base di una parola chiave ricercata, quanti tweet e cosa è stato detto al riguardo della stessa.
Il bello di mostrare qualcosa.
Da sempre integrare il testo scritto con delle immagini è considerato un sistema per leggere la lettura più piacevole. Twitter dal canto suo non permette questo, ma tra i vari servizi provati, quello che veramente mi piace è TwitPic, che sfruttando le stesse credenziali di Twitter ti permette di postare foto on line e associarle ai propri cinguettii.
Altri servizi minori
Come dicevo poco sopra le API di Twitter hanno permesso innumerevoli applicazioni. Alcune di queste, a mio avviso sono prive di utilità, ma i gusti sono gusti. Giusto per citarne qualcuno HappyTweets, il cui nome dovrebbe essere abbastanza esplicativo, o Tweetree che espande tutto il contenuto postato su twitter, che personalmente non apprezzo in quanto la semplicità è il punto forte di Twitter e se voglio vedere qualcosa proseguo oltre da solo piuttosto che essere annoiato con tutto quanto viene pubblicato - come succede per Facebook.
Nella lista potrei aggiungere Hashtags, che ho provato ad usare indirettamente più di una volta, ma sono più i tentativi persi che quelli andati a buon fine. Forse sarà per via della nostra lingua raramente utilizzata nel web, o TweetSnap utile per creare badge … la cui utilità effettiva ancora non mi è chiara.
Concludo con un servizio a mezza via volto a capire quanto tempo avete perso su Twitter, da utilizzare solo se pensate veramente che Twitter non serva a nulla.