Ne avevo parlato tempo addietro in questo mio articolo dal titolo Contenuti duplicati? No! grazie, e oggi di nuovo in rete, dopo un paio di giorni di assenza, trovo diversi post dove si vuole un attimo cercare di sensibilizzare la rete con dei posts che in un certo senso minacciano i duplicatori indefessi, che privi di ogni scrupolo, si accingono a copiare e distribuire materiale altrui senza prendere in considerazione l’ipotesi di riconoscere gli sforzi fatti dall’autore.
Scrivere, costa fatica e bisogna avere una certa propensione nel farlo; copiare di contro è assai più facile. Rielaborare poi, è tutt’altra storia, che complica notevolmente le cose, specie sotto un profilo giuridico, dove pur parlando degli stessi argomenti, essendo gli stessi trattati in maniera diversa, fatto salvo un evidente segno di contraffazione, il copiatore indefesso non può essere ritenuto responsabile.
Come prevenire il furto di contenuti?
Una panacea a questo male non credo esista. I falsari - e mi si passi il termine - sono sempre esistiti e sempre esisteranno. E allora, il simpatico suggerimento dato in uno dei commenti, quelli di aggiungere il proprio link in firma, che deriva comunque da una affermazione di Cutts, non è poi così sbagliato, ed in un certo senso è credo la forma migliore per combattere la copia automatica.
Ma, ovviamente, potrebbe esserci anche il “copiatore manuale”. E li le cose si fanno più difficili. In un campo d’azione come quello informatico, dove la nostra legislatura nutre ancora profonde lacune, agire come commentato per vie legali, non credo che sia di facile riscontro, in primo luogo proprio perchè la difessa del diritto d’autore in senso informatico, in un contesto globale come quello di internet, credo sia difficile da far valere. E non credo nemmeno che sia sufficiente dimostrare la paternità del contenuto, come invece accade per le opere registrate e depositate presso la SIAE (qualora sussistano casi di contenuti idenditici). Gravi e profonde lacune, che ovviamente nuociono all’intero sistema.
Se a questo poi aggiungiamo che spesso gli hoster che ospitano siti e blog sono all’estero, le cose diventano ancor più complicate, visto che si chiamerebbe in causa la giurisdizione tra due paesi che possono tranquillamente non appartenere alla Comunità Europea.
Allora mi viene da dire che i consigli dati in questo altro post Four Ways to Enforce Your Copyright, non sono poi così sbagliati, anche se io agirei nell’ordine inverso. Al primo posto, infatti, io metterei direttamente la segnalazione dello SPAM al nostro adorato Google, e poi procederei oltre. Perchè volente o nolente, il fatto è stato commesso, e chi mi assicura che dopo un primo monito, l’autore comunque non si prenderà la briga di sposare nuovamente le mie idee?