Ieri per scrivere questo articolo introduttivo sulle campagne PPC e sul keyword advertising, ho tralasciato alcune piccole verifiche che si fanno di tanto in tanto per meglio ottimizzare la campagna, così mi accingo a farlo oggi. Nel complesso, tutto nella norma, ma non è certo questo l’argomento su cui mi voglio focalizzare.
Stavo invece notando come dentro agli AdWords sia stata di gran lunga migliorata la localizzazione degli annunci pubblicitari. Tramite la Google Map e un pò di Ajax, i ragazzi di Mountain View consentono oggi di vedere addirittura i confini comunali (se parliamo dell’Italia) nei quali restringere la pubblicazione degli annunci.
Il punto saliente. Restringere!
Come facevo notare ieri nell’articolo, le campagne PPC possono rilevarsi assai dispendiose. Occorrono quindi delle pianificazioni mirate per evitare che i propri annunci vengano visti da inutili visitatori che difficilmente si tramuteranno in clienti.
Un esempio: se ho un solarium ad Ortona a mare, difficilmente mi interesserà pubblicizzare che questo Sabato faccio il 10% di sconto sul massaggio Shatzu a tutti i clienti ad una persona che abita a Milano o a Canicattì.
Per carità, potrebbero essere interessati anche loro, ma davvero questi personaggi affronterebbero un viaggio di 500-700 km per un 10% di sconto? Siamo realistici, questa cosa, almeno fino a quando non avremo la possibilità di usufruire del teletrasporto o di poter spostarci da una parte all’altra come fanno quei personaggi in Jumpers, difficilmente potrà avvernire.
Ecco allora che una geo targetizzazione degli annunci si rileva quanto mai più sensata, per fare in modo che i nostri annunci vengano visti da una platea di persone realmente interessabili a quanto proposto.
E Google ci riesce benissimo nel suo intento, quanto meno riesce a dare al SEM manager la possibilità di definire concretamente e correttamente le zone di visualizzazione tramite la cartina geografica e riesce anche, tramite un reverse geo targeting a sapere da dove vi state collegando attraverso il vostro IP.
Infatti gli indirizzi IP sono univoci al mondo (parlo della rete pubblica) e sono assegnati con criteri certi e per ogni IP si conosce bene a quale ente (provider) è stato assegnato.
Quando ci colleghiamo ad Internet, il nostro provider ci rilascia un indirizzo IP che - seppur condiviso - ci consente di navigare e di usufruire di tutti i servizi in rete. E per ogni indirizzo IP, ci deve essere un processo di assegnazione geografica - di cui però ignoro i processi - affinchè per ogni numero venga trascritta una città o distretto (che immagino venga anche comunicato ad organismi competenti come la PolPosta).
Il problema dove sta?
Relativamente alle campagne PPC e questa aseggnazione geografica, viene da se che se un indirizzo IP viene incorrettamente attribuito, potrà risultare possibile che un determinato utente non veda una certa campagna per via di questo abbinamento errato. Ripeto, non sò nella pratica come funziona questo aspetto, ma da quando sono abbonato con Fastweb per ben tre volte ho visto il mio ufficio traslocare.
. Dapprima risultavo essere a Milano, poi fino a qualche mese fa a Roma, oggi per ricontrollare sono a prendere il sole a Fiesole in Toscana; eppure vi assicuro che da Crecchio non mi sono mai mosso.
Seppure si tratta di numeri minori, magari nell’ottica di piccole campagne, una politica troppo restrittiva potrebbe non portare ai risultati voluti; quindi, per concludere, siate un pò di manica larga nel selezionare le zone di competenza.