A mente fredda, anche se ogni tanto di qualche scossa di terremoto si parla, vorrei provare a coniugare la mia critica con il senso civico di fare informazione e il modo di fare notizia. Un mestiere quest’ultimo che con il recente(i) sisma in Abruzzo, tra testate giornalistiche e telegiornali vari, gli “amici” giornalisti si sono un pò dimenticati di come realmente si faccia.
L’informazione corretta prima di tutto
In tutte le situazioni il dovere di un giornalista è sicuramente quello di recarsi sul posto della notizia, documentarsi, raccontare ed informare l’intera popolazione di ciò che sta accadendo in un determinato momento. Ma siamo sicuri che è quello che sia veramente successo? A giudicare dai fatti direi proprio di no.
In una situazione del genere, con un paese (L’Aquila) distrutto, centinaia di morti e migliaia di sfollati come può il più importante telegiornale nazionale dedicare più di un minuto al commento dei dati dello share registrati durante le edizioni ordinarie e straordinarie del TG1 con frasi del tipo: “Ascolti Record”, “tg1 delle 20.00 leader dell’informazione”, “Record anche per l’edizione on-line del TG1”. Oppure, i giornalisti che si sono recati sul posto sono stati capaci di documentare i fatti aprendo lo sportello di una macchina che una famiglia sta utilizzando come luogo di riposo perché ha perso la casa domandando: “Come mai dormite in macchina?“.
Insomma, a volte mi viene proprio da sapere dove e come questi personaggi abbiamo preso la laurea in giornalismo e chi abbia fatto loro il colloquio di selezione.
Io non sono un giornalista, lungi da me esserlo. Scrivo per diletto, cercando di raccontare un pò di tutto, anche del mio lavoro di digital marketer e web designer. Un lavoro che in parte prevede comunicati stampa e articoli. Forse anche io a volte sbaglio nel farli, nessuno è perfetto, ma quanto meno cerco di rispettare il sano principio della notizia a cui sempre più spesso si va contro.
La regola delle 5W
Un comunicato stampa, un articolo, una notizia, una intervista credo non dovrebbero mai mancare del principio delle 5W (Who, What, Where, When, Why). Invece, per ricollegarmi a quanto sopra, in tutti i casi del terremoto ho visto ipocrisia e idiozia miscelarsi in favore non sò nemmeno io cosa.
La notizia! Subito la notizia, guai a svolazzare su tortuose introduzioni che irritano il lettore.
Diamo subito la notizia: chi ha fatto che cosa, dove l’ha fatto, quando e perché. Tutto questo nelle prime righe. Solo dopo che abbiamo raccontato i fatti possiamo permetterci il lusso di analizzarli, interpretarli, commentarli.
Speriamo che si tratti solo di eventi sporadici, ma ho il vago sentore che più si va avanti e più sarà peggio. Oggi l’informazione sembra essere stata rimpiazzata da abbondanti dose di gossippismo, alla ricerca di audience incompetente e credulona.