Un nuovo e se vogliamo interessante esperimento é stato partorito dai google labs ieri. Si tratta del word count. Probabilmente per qualcuno questo termine non é proprio nuovo, specie se questo qualcuno utilizza frequentemente un editor di documenti e lavora nel campo dell’editoria dove le restrizioni tipografiche la fanno da padrone.
Sebbene sotto mentite spoglie, questo word count fa qualcosa di simile. Dice al visitatore quante parole sono contenute nella pagina di destinazione.
Dove é l’utilità di questo word counter?
Potrebbe di per se sembrare banale, ma questo é il motivo che mi ha spinto a scrivere questo articolo.
Si può analizzare la questione da due angoli:
- uno professionale SEO
- uno lato utente
Partiamo da quello lato utente, del resto loro sono la ragione per la quale esistono i motori di ricerca (si accettano smentite NDR).
Trovarsi una SERP piena di risultati é cosa assai normale, ma non sapere cosa ci attende é prassi quotidiana. Ora, sappiamo tutti quanto gli utenti vadano di fretta e quanto poco tempo questi spendano a giudicare se un sito é fatto per loro o meno (circa 10 secondi, anche meno). Una funzione del genere quindi, che suggerisce quante parole una pagina contiene sarà un buon indicatore. Se un utente va di fretta, raramente - come dice l’articolo sul blog ufficiale di google - un utente andrà a visitare una pagina che contiene 50 mila parole. Il discorso non fa una piega, e questo mi permette di riallacciarmi al lato SEO.
Come il word counter influenzerà la SEO?
Se dovessi fare una analogia, mi viene quasi da dire che google preview é quello che più da vicino rappresenta questa modifica. Una snapshot della lunghezza della pagina mi fornisce una indicazione di massima di quanto un articolo posso essere interessante o meno. Opinabile é infatti il discorso accennato sopra - se vado di fretta non leggo. Questo perché grazie a qualche genio esistono dei servizi di bookmarking che ci permettono di “mettere da parte” un articolo che veramente ci intereessa per leggerlo poi. Tuttavia é innegabile come questo nuovo parametro darà una ulteriore sferzata - negativa purtroppo - alle statistiche che il Google Webmaster Tool ci ha abituato. In particolare mi riferisco alle statistiche sulle impressions, ottimo indicatore per capire le tendenze di ricerca dei propri utenti.
Questo renderà di nuovo ancora più difficile offrire servizi SEO perché lo ricordo - fare SEO non é aggiungere qualche parola chiave nei meta tags.
Se Google renderà effettiva la modifica - perché c’e sempre una remota probabilità che questa venga defenestrata - dovremo iniziare a fare i conti anche con le “battute” del nostro testo, e individuare quindi una nuova “metrica”: la lunghezza media che la nostra platea di utenti vuol leggere.
Lascio a voi le vostre conclusioni e riflessioni. Ogni commento, come al solito é benvenuto.