Uno degli obiettivi primari di un sito web che vuole conquistare i primi posti nei motori di ricerca dovrebbe essere l’aumento di quella che i viene definita come “link popularity”.
Un concetto piuttosto vecchio
Questo concetto venne introdotto dal motore Altavista qualche anno fa, più o meno nel 2001, ma come per tutte le leggi appena nate poco dopo venne inventato anche l’inganno. La Link Popularity infatti si basava su un dato molto semplice: più link esistevano per un sito, e più quel quel sito era considerato importante. Bastava così aprire alcune decine di siti, anche di una sola pagina e su spazi web gratuiti, allearsi con qualche altro webmaster che aveva fatto la stessa cosa, fare uno scambio link reciproco e il gioco era fatto, secondo Altavista avevamo fatto dei gran bei siti, abbastanza importanti, e come premio ci spediva centinaia di visitatori che non avevano nulla da visitare visto che i siti avevano l’unico scopo di linkarne di altri.
Pian piano alti altri motori (Fast-AllTheWeb, Inktomi ecc. ecc.) hanno corretto questo concetto nei loro rispettivi algoritmi, incluso Google che modificò il suo PageRank™ - Rank (classifica) di Page (uno dei 2 fondatori di Google) - cercando di inserire anche una componente relativa alla valutazione dei link.
Il meccanismo è molto semplice: non tutti i link possono essere uguali; quelli provenienti da certi siti sono più importanti e quindi hanno un peso maggiore, altri ne hanno meno. L’importanza di un sito deve essere calcolata anche sulla quantità di link che si ricevono e, sopratutto dal peso (ergo l’importanza) che questi link avevano. Contribuiscono all’importanza di una pagina alcuni fattori come la [densità, frequenza e prominenza delle parole chiave][100], cui fanno seguito altri concetti puramente editoriali che sempre più spesso vengono tenuti in considerazione dai motori di ricerca durante l’analisi del testo di un sito, ovvero nell’interpretazione del contentuto che verte principalmente a capire se un determinato sito possa essere “utile” perchè contiene un’ampio spretto di informazioni nel quale l’utente potrà trovare ciò che cerca e non imbattersi in una mera pagina di links.
Quanto sopra è ovviamente un’estremizzazione del concetto di PR. Ci sarebbe da eloquire in tal senso per molte molte altre righe, ma tanto basta per far comprendere il concetto di base che ci interessa. Alla domanda quindi che spesso mi viene posta: “Ma è davvero così importante il PR che vedo nella Toolbar” mi viene da rispondere “No, oggi non è più così importante come lo era 2 anni fa”. Questo perchè il PR oggi è un insieme di fattori - e chissà quanti altri elementi contribuiranno al suo indice nei prossimi anni - come poc’anzi spiegato.
Tuttavia quel valore di PR è e continuerà ad essere un ottimo indicatore del livello di apprezzamento che il motore nutre nei confronti del sito o della pagina indicizzata. Quell’indicatore presente nella Google Toolbar ci riesce a far capire intanto se il nostro sito o la pagina sulla quale stiamo lavorando è stata per lo meno indicizzata, poi quanti link riceve e via dicendo.
Come posso supportare il mio sito?
Cosa si può fare per migliorare il numero di link in ingresso? La panacea sarebbe non fare niente, cioè attendere che il nostro sito proprio perchè realmente interessante venga linkato spontaneamente da un numero non precisato di altri siti (one-way link). La speranza tuttavia non é una componente della SEO, anche perchè i clienti vogliono risultati concreti e non promesse. Bisogna quindi adoperarsi per innestare sinergie editoriali con altri siti pertinenti.
Un approccio che spesso utilizzo è quello di linkare siti che trovo pertinenti e far presente la cosa al webmaster del sito linkato. Un approccio che richiede tempo, e che non sempre da risultati, anche perchè spesso ci si ritrova solo ad offrire e a non ricevere. Questo senza contare che spesso mi sono imbattuto in persone sgorbutiche e ignoranti che nella presunzione di “so tutto io” mi hanno intimato di “rimuovere immediatamente il loro link in quanto non autorizzato a trattare il loro nome e il loro marchio”. Senza commenti.
Ammettendo che si riesca ad ottenere un link in contropartita, è bene evitare pagine che contengono centinaia di link; non servono a nulla. Qualora si riesca nell’intento, queste pagine devono essere controllate costantemente verificando che i link rimangono attivi e che webmaster furbi dopo aver acconsentito allo scambio non rimuovano la controparte. Un’attività che se fatta a mano, a seconda del numero di siti da controllare può richiedere anche diverso tempo. Per questo io adopero uno strumento che ritengo ottimo: si tratta di Advanced Link Manager della Caphyon.
Si può poi procedere alla segnalazione del sito in questione nelle directory, o qualora si disponga di un numero di siti web discreto (perchè di professione si fa il webmaster), previo consenso dei titolare del rispettivo sito, si può cercare di innescare il medesimo concetto di one-way link tra i diversi siti della web-farm che il webmaster controlla, avendo però l’accortezza di evitare scambi tra siti web che appartengono allo stesso indirizzo IP e cercando nel limite del possibile di effettuare scambi di link tematici.
Come controllo il numero di link senza comprare strumenti?
Uno strumento professionale è necessario se si vuole svolgere un lavoro nel migliore dei modi, tuttavia, se per diletto si vuole solo controllare il numero di link che puntano al proprio sito, si può tranquillamente ricorrere a degli strumenti on-line, che gratuitamente, consentono di verificare il numero di links. Questi spesso non fanno altro che lanciare delle query sui motori di ricerca, per poi catturare il valore di ritorno e riproporlo in una pagina riepilogativa.
Se avete altre strategie o volete condividere le vostre opinioni, lasciate un commento.