Un interessante post di Seoaroundtable pubblicato poco più di un mese fa, che permette di capire come Google non tratta il tag Nofollow alla stessa maniera del no follow (con lo spazio in mezzo). Anzi, come si evince dalla risposta di Matt Cutts nei confronti dell’autore, il no follow con lo spazio è totalmente ignorato. Questo non significa che lo sarà per sempre; al contrario, laddove vi saranno i presupposti, Google potrà riconsiderare la cosa e tenere presente questo errore di battitura.
Al di là di questo, tu cosa ne pensi del tag nofollow? Lo trovi utile?
Google parlò per la prima volta del nofollow nel gennaio 2005: l’intenzione iniziale era quella di introdurre un tag atto a prevenire i commenti spam nei blog, poi considerato il proliferarsi di situazioni tipo link farm, il concetto si è mano mano esteso fino a diventare sinonimo di “questa risorsa che linko non è completamente affidabile, per cui non la considerare”. Ora, la cosa è di per se quanto mai emblematica, perchè se è vero che non si ha “quasi” controllo sui commenti di un post di un blog, questo non è vero per un link dentro ad un documento. Quindi mi domando, visto che in più di una occasione mi sono trovato in situazioni simili, se davvero non ti fidi di colui che stai linkando, caro webmaster, cosa lo linki a fare? Hai paura di perdere del PR? Hai paura che Google scopra e ritenga interessante il sito che stai linkando? Non lo sò, preferisco non commentare oltre e concentrarmi di più sull’attributo stesso.
Prima che il tag nofollow fosse utilizzato per i singoli link, impedire ai robot di seguire i singoli link su una pagina richiedeva un notevole impegno (ad esempio, reindirizzare il link a un URL bloccato in robots.txt). Per questo motivo è stato creato il valore attributo nofollow dell’attributo rel, che consente ai webmaster di effettuare un controllo più mirato. Diverso, seppur simile comportamento, hanno gli altri due motori Yahoo e Ask, che sebbene non attribuiscono valore al sito linkato dal link con il nofollow, rendono comunque disponibile il sito ai loro algoritmi. Anche qua un bel controsenso, ma il mondo è bello perchè vario.
L’attributo rel=nofollow non è stato ancora ratificato dal W3C, ma lo sarà nell’HTML 5, le cui specifiche sono in corso di stesura e il draft più recente risale a febbraio scorso. Ci si aspettano quindi profondi cambiamenti nel momento in cui vi sarà una legge che dica cosa bisogna fare e come, soprattutto mi aspetto delle serie penalizzazioni per i disinvolti dofollowers, ma al contempo non mi dispiacerebbe una profonda revisione nel modo di considerare i più restrittivi webmaster.
Del resto, non scordiamoci che la rete è fatta di link, senza i quali non avrebbe senso che Internet esista.
Update del 02/05/2009: Un interessante video in inglese circa il pericolo sull’uso incauto del no follow.