La penalizzazione o il ban di un dominio ricoprono un ruolo fondamentale nel contesto del posizionamento nei motori di ricerca.Come ormai dovrebbe essere chiaro Internet è una grossa rete composta di collegamenti che quotidianamente (e a volte anche con maggior frequenza) vengono percorsi dagli spider dei motori di ricerca per catalogare ed indicizzare pagine nuove.
Un collegamente può essere seguito in via del tutto naturale, per semplice sottomissione di una pagina nelle form di richiesta inserimento, piuttosto che per la sottomissione delle sitemap (ove previsto), piusttosto che con l’ausilio di tecniche poco corrette. Con collegamento si intendono anche gli outbound link, ovvero i link che dal mio sito (dominio) vanno verso di un altro.
Linkare infatti risorse già penalizzate (dove per penalizzate intendo anche il ban) può risultare in una penalizzazione anche il nostro dominio. Non avviene invece il contrario, perchè è impossibile poter controllare chi ci linka (e sarebbe anche assurda una pretesa del genere).
Come faccio a riconoscere un dominio bannato da uno penalizzato?
Esiste un comando denominato site:
a cui si fa seguire il nome del dominio che ci interessa con o senza il www (che in alcuni casi gioca un ruolo fondamentale). Questo comando è allo stato implementato sui motori di ricerca di maggior rilievo come Google, Yahoo, Msn, Lycos, Exalead. Non funziona su Abacho e altri motori di rilievo decisamente minore.
La penalizzazione di un sito la si ha quando utilizzando l’operatore site:www.dominio.tld
, il motore di ricerca esaminato mostra almeno un risultato. Se si hanno dei valori precedenti, confrontarli numericamente parlando, aiuta anche il quel caso a capire se c’è stata o meno la penalizzazione.
Si parla di ban di un sito, invece, quando usando il suddetto comando, non ritorna nemmeno un risultato.
La ricerca sopra menzionata può essere ulteriormente raffinata ricercando una specifica pagina; questo solitamente è necessario per capire se la risorsa che si sta analizzando è caduta in uno dei due problemi sopra esposti, oppure – leggermente più complicato – cercando il sito aggiungendo una parola chiave certa utilizzata per il posizionamento (piuttosto che una frase particolare).
Altri due metodi di verifica riferiti a Google questa volta, sono l’analisi della toolbar di Google e del colore della barra che indica il valore di PageRank. Il colore grigio indica che Google non ha più informazioni sulla pagina in questione e tale segnale, in coppia con quello illustrato nel paragrafo precedente, determina la certezza che il sito non è più presente nel database del motore.
Ulteriore metodo, utilizzabile solo se si è i proprietari o si gestisce il sito web in questione, è quello di aggiungerlo alla lista dei siti tramite il Webmaster Central (a meno che non lo si sia già fatto).In entrambe i casi, per un sito bannato, Google non fornirà alcune indicazioni sulla motivazione del ban, a cui – dopo opportune motifiche – il webmaster potrà far seguire una richiesta di reinclusione negli indici.
Come si arriva alla penalizzazione o al ban?
Per quanto assurdo questo paragrafo, è bene scriverlo solo per questioni di completezza. Il ban o la penalizzazione arrivano solo quando si gioca sporco, quando cioè si fa ricorso a tecniche scorrette di diversa natura le cui linee guida generali dei motori di ricerca dichiarano come illecite. Rientrano tra queste:
- Utilizzo di tecniche SPAM semplici (es. parole o link nascosti)
- Utilizzo di tecniche di SPAM Avanzate (cloaking, doorways page, etc.)
- Backlink ad un sito Bannato (se il sito linka un sito già bannato, è probabile il ban ricada anche sul sito contenente il link)
- Creazione di un network SPAM
Effetti collaterali del ban
La scomparsa di un sito dal database di Google non procura problemi esclusivamente al sito web rimosso, ma rischia di causare inconvenienti anche ai siti web da cui quello bannato dipendono.
I siti web che ricevevano link dal sito rimosso, perderanno a seguito della rimozione una percentuale del proprio valore di PageRank. Questo effetto è una conseguenza del tutto normale e inevitabile, in quanto il PageRank di una pagina diminuisce col diminuire dei link che puntano ad essa.Un secondo e più grave effetto collaterale si manifesta a quei siti che invece avevano degli outbound link verso il sito rimosso.
Google è molto chiaro al riguardo e dice testualmente: In particolare, evitate link verso siti web che usano trucchi di posizionamento in quanto ciò potrebbe influire negativamente sulla vostra posizione..
La ragione di questo va ricercata nel significato che Google dà ad un link. Per Google, un link è equivalente ad un consiglio dato agli utenti: il sito web che offre il link consiglia agli utenti la visita del sito web che riceve il link.
E, come si può intuire facilmente, consigliare un sito che fa uso di trucchi e tecniche poco ortodosse significa dirottare gli utenti su siti che potrebbero anche carpire la buona fede degli utenti in loro vantaggio. E su questo ultimo paragrafo non mi addentro di più perchè ci si potrebbe scrivere anche un altro post.